My Destinies

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    Cazzo... Mi ha sparato in testa. La cosa mi mette a disagio

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    Ecco a voi My Destinies una Fan Fiction scritta da me. In ogni caso la Fan Fiction è abbastanza cruda e spesso utilizzo termini crudi, in ogni caso non penso vi colpisca più di tanto. Ecco a voi e gustatevela:
    Capitolo 1
    Una cattiva nottata
    Sono le quattro. Dovevo tornare a casa più di tre ore fa, ora chi lo sente mio padre. Ryuk mi è venuto a prendere perché aveva notato che iniziava a piovere e si stava preoccupando per me. Arrivato gli dissi di tornare a casa, me la sarei cavato da solo, ma questo glielo dissi all’una. Sono le quattro e nulla è andato come volevo. Sono le due, un uomo sta camminando appresso ad una ragazza. Girò gli occhi al cielo e faccio il giro verso destra. Avevo capito che quella donna s’era accorta di quell’uomo e stava correndo. Purtroppo non era solo, avevo percepito un altro uomo dietro l’angolo. Esco in una stradina secondaria ad un’altra stradina dritta che porta poi a due strade, una a destra e una a sinistra. La donna corre e piove come non mai. Sono zuppo e la donna lo è come me, magari lei ha l’impermeabile. Scivola e cade col fondoschiena per terra. L’uomo le arriva addosso. Io ero con le braccia conserte nella stradina e avevo visto la donna cadere. Con calma mi avvicinai prima che l’uomo arrivasse, aveva già tirato fuori un coltello. Presi la donna per un braccio, la feci alzare e le dissi di rimanere lì di fianco a me. L’uomo mi arrivò addosso col coltello dicendomi, come tutti quelli che avevano tentato di uccidermi “Ragazzino togliti di torno”. Io avevo girato nuovamente gli occhi al cielo. L’uomo tentò un fendente alla testa col coltello. Tentai di prenderlo per un braccio, ma la mano scivolava, pioveva di brutto, così rimediai passando ai calci, come mi piaceva fare. L’uomo girò velocemente il coltello nella mano e lo lanciò verso il basso tentando di colpirmi in piena testa. Mi assottigliai sul lato schivando quel tipo e gli assestai un calcio in pieno viso. Quello con cadde col sangue al naso per terra, mentre un altro veniva dietro di me. Aveva un coltello militare, di quelli più lunghi, a differenza del suo compagno che aveva un coltello a scatto. Tentò di infilzarmi alla schiena con un affondo. Scartai di lato e gli sferrai un potente calcio al viso prendendolo sulla guancia. L’uomo volò letteralmente a poco da terra, per schiantarsi a terra così violentemente da spaccare il terreno e staccare l’asfalto.
    -E con questi… ho perso il conto a pensarci bene. Dissi tra me e me.
    La donna se ne andò correndo via e molto probabilmente rientrò. Si erano fatte le quattro per quando arrivai a casa. Ryuk mi aprì, era il mio maggiordomo, o almeno, lui si considerava ciò, per me era un padre che mai avrei considerato come uno inferiore a me. Mi diede un asciugamano e mi ci asciugai i capelli, ero stanchissimo, così mi feci una doccia veloce, ringraziai Ryuk per non aver svegliato mio padre, come d’altronde faceva sempre e me ne andai a dormire, impaziente che il prossimo giorno arrivasse. Certo il sonno era forte, ma un pensiero più di tutti mi faceva da stuzzicadenti tra le palpebre, sentivo che lo smeraldo mi martellava il petto, sentivo quel bagliore sempre più forte nel mio corpo, sapevo che di lì a poco avrei dovuto nuovamente scatenare il mio potere, già quella sera c’era mancato poco, ma dovevo stare comunque attento a non perdere il controllo oppure le conseguenze sarebbero state disastrose, per cui dovevo tentare di rilasciarlo a poco a poco. Notai che fuori pioveva ancora. La pioggia… l’elemento che in assoluto amo di più, da quella sensazione di purificazione, di libertà, sin da quando ero piccolo, quando pioveva, sotto i rimproveri di mio padre e di Ryuk che m’inseguiva sempre con un asciugamano in mano, correvo sotto la pioggia, sentendola scivolarmi addosso, portarmi via ogni singolo lembo di pelle, ogni pensiero ed ogni sentimento, per purificarmi e sostituirli con altri. Ogni volta chiudevo gli occhi e correvo ridendo, mentre Ryuk si bagnava appresso a me e mio padre si dannava perché non lo ascoltavo. In quel momento tutti dormivano. Mi alzai come uno zombie ed a passi lenti scesi le scale, stando attento a non far rumore. Aprì la porta di casa e, lasciandola aperta dietro di me, uscì fuori. La prima goccia d’acqua che mi colpì mi fece istintivamente chiudere gli occhi, sotto il piacere. Continuai spedito a passi lenti ed ad occhi chiusi, mentre l’acqua continuava a purificarmi. Assaporavo ogni singola goccia, percependo ogni sentimento, ogni pensiero, ogni lembo di pelle trasportato via dalla forza travolgente di quell’elemento che trasportava dietro di sé di tutto, cambiandola con energia nuova e pura, proseguendo imperterrito e formando pozzanghere di pensieri e sentimenti rubati a chiunque. Fu un toccasana per il mio spirito, anche se già sapevo che il mio corpo ne avrebbe risentito pesantemente il giorno dopo, ma di ciò poco m’importava. Girai e tornai indietro a passi ancora più lenti, non volevo sottrarmi a quella benedizione, ma purtroppo dovevo oppure il giorno dopo mi sarei svegliato tardissimo oppure sarei morto sommerso dai mughi. Entrai richiudendo la porta alle mie spalle e, come sospettavo, Ryuk era lì ad aspettarmi, con uno sguardo di rimprovero. Mantenne lo sguardo per un po’, finché non sorrise e mi porse un accappatoio, che io presi andando ad infilarmi sotto la doccia. Mi lavai in fretta, essendo già le cinque avrei dormito si e no un’ora, cosa per niente salutare, soprattutto perché non sapevo quando avrei recuperato quelle ore di sonno, né tanto meno se le avrei recuperate. Scivolai fuori dalla stanza e sgattaiolai velocemente in camera mia, lanciandomi sul letto, mentre Ryuk si accertava che fossi andato a dormire. Chiusi gli occhi e stavolta quel presentimento, quella preoccupazione era completamente scomparsa, non c’era più alcuna preoccupazione, erano tutte nascoste nuovamente nei meandri più reconditi del mio spirito e da lì non si sarebbero mossi per un po’.

    Edited by ~Sean - 26/7/2013, 23:41
     
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  2. Lionel Messi 10
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    Molto bravo , mi piace come scrivi , la lettura scorre bene e sopratutto il racconto non è noioso ... vediamo cosa accade nel secondo capitolo .


    P.S.= Una curiosità , questa fan fiction l'hai già finita di scrivere , o magari stai ancora cercando di concluderla?
     
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    In realtà la sto ancora portando avanti, ma ho già in mente il finale *-* Se comunque ti piace scrivere, vorrei proporti un'idea ^^
     
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  4. Lionel Messi 10
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    CITAZIONE (~Sean @ 26/7/2013, 23:38) 
    In realtà la sto ancora portando avanti, ma ho già in mente il finale *-* Se comunque ti piace scrivere, vorrei proporti un'idea ^^

    A me piace leggere , e a scrivere non ne sono capace :)
     
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    O beh non ci vuole molto a scrivere. Io non ero bravo eppure ora scrivo non così, perché sono migliorato molto, ma posso dire d'aver imparato a scrivere, chiunque può imparare.
     
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    Cazzo... Mi ha sparato in testa. La cosa mi mette a disagio

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    Ed ecco il secondo capitolo e tutto si approfondirà mano a mano

    Capitolo 2
    Approfondire
    Sono le sei e la sveglia suona. Spalanco gli occhi con un nervosismo incredibile. Sferro un pugno dalla sveglia e la faccio volare giù dal balcone. Non è possibile, due ore di sonno, perché faccio sempre l’eroe io. A malincuore mi vesto, mettendomi solo la maglietta solo che la notte prima, o meglio, la stessa mattina, dopo la doccia, avevo messo il pantalone e non la maglia dato che faceva alquanto caldo. Mi lavo la faccia anche se ho ancora gli occhi con i nervi rossi, per il poco sonno. Nonostante tutto, riesco a tenere gli occhi ben aperti e non mostrare la faccia da zombie di chi non ha dormito. A passo lento mi avvio a scuola, con lo zaino sulla spalla sinistra sostenuto dalla mano. Mentre vado a scuola penso a chi sono veramente io. Sean, il cognome che non uso mai, quello di quel riccone di mio padre, non è mio padre, lo so, ma lui ci tiene a me e io mi accontento.
    -Chi sono io? Sean Soul, un sedicenne ricco con un strano potere… Una frase che mi ripeto sempre, in continuazione, che mi lascia un sapore di amaro in bocca, un senso di incompletezza incolmabile.
    Arrivai a scuola. Tutte le ragazze ad urlare tutte che vogliono i tuoi soldi. Mio padre voleva mandarmi in una delle scuole per ricconi, ma io le odiavo così, dopo una lunghissima discussione si convinse a mandarmi a questa normalissima scuola, dato che io nella discussione non avevo parlato proprio e lui aveva capito. Le ragazze urlavano e i giocatori di rugby ti guardano storto, nonostante tutto non mi toccano perché sanno che si farebbero male come è già accaduto. Ero sempre riuscito a mantenere il segreto di tutti quei soldi, ma un giorno quell’idiota di mio padre mandò Ryuk a prendermi con la limousine e fu l’inizio dell’inferno quello. Le ragazze che urlavano e i ragazzi che volevano picchiarmi non so quanti ne ho picchiati, ma ci provano ogni giorni sempre di più. Cammino a passi lenti senza calcolarmi le ragazze che ho intorno. Entro e mi dirigo in classe con la solita calma. Finalmente le ragazze non mi stanno addosso. Purtroppo ho sonno e non ascolto fin troppo il prof che mi fa la solita ramanzina sul non gli importa che sono ricco lui mi tratta come gli altri. Io annuisco nervoso, lo so e non lo faccio di proposito ad andare a dormire alle 4 del mattino. Fortunatamente suona la campanella ed esco strafottente mentre quello mi urla dietro. Vado alla mensa. Quell’idiota della cuoca mi mette più cibo degli altri. Alzo gli occhi al cielo e vado al tavolo in fondo, quello dove stavo sempre solo. Le ragazze si siedono lì intorno imperterrito. Tre ragazzi, di quegli armadi si avvicinano. Alzo gli occhi al cielo e mangio l’ultima patatina. Uno tira un pugno sul vassoio nervoso.
    -Mi hai rubato la ragazza, ti credi figo perché hai i soldi, bene, ora ti faccio capire che comanda qua. Mi urla contro quello. Uno di quei tipi raccomandati, la cuoca non dice niente né i bidelli.
    Il tipo è nuovo e non mi conosce, anche se gli altri ci provano imperterrito questo tipo si sente che è più idiota degli altri. Con calma mi alzo, sposto la sedia e arrivo in mezzo a quei tre. Uno di colore il più piccolo per modo dire, gli altri due, due veri e propri armadi. Quello che m’aveva urlato contro mi sposta con il dito.
    -Allora? Non rispondi hai troppa fifa? Mi continua ad urlare contro quel tipo.
    Sono stanco e non mi va di combattere, anche se è un parolone, tre mosse e li avrei messi per terra, ma comunque non mi andava.
    -Senti, non mi va di picchiare te e i tuoi compari, quindi andate via e prendetevi la ragazza, ok? Faccio io col mio solito fare calmo e serio.
    Quelli di tutta risposta ridono sentendo la prima parte poi mi guardano in viso con gli occhi semi-chiusi dalla risata.
    -Si, certo, ora ti stendiamo come un panno e poi prendiamo la ragazza.
    -Senti, vai via con la ragazza, non la voglio e non voglio picchiarti.
    Quello non risponde. Utilizza il vecchio metodo della finta fuga. Si gira ridendo e mi tira un pugno alla faccia. Schivo scostando di poco la testa a destra. Era talmente lento che lo prevedevo.
    -Senti, sei lento, goffo e prevedibile, vattene o te le do, ti consiglio di ascoltarmi. Capitolai io dandogli l’ultimatum.
    Lui ritira il pugno e indietreggia lasciando spazio agli altri due. Infilo le mani nelle tasche e uso le gambe. Uno mi viene addosso e tenta un pugno al petto. Mi assottiglio di lato, spostando la spalla verso destra, quindi verso l’altro, facendogli quindi arrivare il petto vicino al viso, alzo la gamba sinistra scostandola di lato per non colpire quel tipo al petto e poi la alzo a 180 gradi, per poi abbassarla bruscamente e colpirlo con forza dietro al collo, facendolo schiantare nel grosso tavolo, spaccandolo a metà. L’altro è un po’ impaurito, ma mi viene addosso. Non gli do il tempo di arrivarmi addosso, che, con il ginocchio sinistro piegato vicino al petto girò su me stesso scambiando le gambe e colpendo quel tipo con la gamba destra alla testa con tanta forza da farlo scivolare per terra e fargli sentire le ossa rompersi. L’ultimo, grosso, capelli biondi, occhi verdi, mi viene addosso impaurito.
    -Sei proprio sicuro? Gli chiedo prima che arrivi.
    -Certo, quei due sono due incapaci, ora gli faccio vedere io come si picchia. Mi fa quello mentre le mani gli tremano.
    -Ok.
    Quello mi viene addosso. La gamba destra era piegata coma la sinistra pochi secondi prima. Uso di nuovo lo stesso procedimento. Eseguo un piccolo salto, per scambiare le gambe e sostenermi con la sinistra, così sferro un potente calcio al petto a quel tipo, così potente da scaraventarlo nel muro e farglielo spaccare.
    Non commento nemmeno le sue precedenti parole. La campanella suona nuovamente e tutti mi guardano a bocca aperta, mentre io cammino incurante nel corridoio tra i tavoli. Faccio un cenno di ringraziamento alla cuoca perché voleva passarmi ciò che quello mi aveva buttato via, ma rifiuto. Ritorno in classe. Appena entro la prof di matematica mi fa:
    -Soul, so cos’hai fatto, questa volta hai superato il limite… Non la faccio finire che continuo io.
    -L’ho superato già 25 volte il limite. Ora vado dal preside lui oramai mi conosce meglio di voi, mi fa la ramanzina, parliamo, suona la campanella e torno a casa, anzi, oramai è quasi tardi, si starà preoccupando. È davvero necessario? Le spiego io stufo.
    La prof s’innervosisce visibilmente, io mi appoggio allo schienale della sedia e lei continua la lezione. L’ora dopo chimica. Supero la prova a pieno voti e torno a casa a piedi, accompagnato da Ryuk che era venuto fuori scuola per farmi compagnia.
    -Ryuk, tu non hai mai saputo chi sono sul serio, cosa che non so nemmeno io, ma mi hai accettato e mi hai cresciuto come il padre che non ho mai avuto. Ti devo tutto… Dico io mentre camminiamo, ci tengo sempre a far sapere a Ryuk che lo ringrazio per tutto.
    -Oh, ma non dica così padroncino… Lui non riesce a finire la frase.
    -Ryuk! Come devo dirtelo di chiamarmi Sean?
    -S-si, scusi… Sean, io dovevo, mi sentivo in dovere di farlo, ma lei aveva ed ha avuto un padre.
    -Ryuk, lo sai meglio di me che quello non è mio padre, sai che sono strano, nessuno sa da dove provengo. Ah, oggi pomeriggio ho da fare. Esco.
    -Con la signorina Mei?
    Arrossì leggermente e Ryuk se ne accorse, infatti fece un sorrisetto sarcastico.
    -Si. Gli rispondo secco girando lo sguardo solitamente fiero, ma in questo caso smontato dall’altro lato.
    Arriviamo a casa e Ryuk mi apre il cancello. Entriamo, mi vesto velocemente e mi preparo per uscire velocemente.

    Edited by ~Sean - 27/7/2013, 19:59
     
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  7. Bloody_Stars
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    *clap clap*.... bravo davvero...


    contento?
    ora però VOGLIO IL CONTINUO! SUSU SPICCIATI!!!! è un ordine!!! SHADY TU CHE STAI DALLA MIA PARTE!! COSTRINGILO!
     
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    Cazzo... Mi ha sparato in testa. La cosa mi mette a disagio

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    Naaaaaaaaaah aspetterai, non c'è nulla di male, oggi pomeriggio arriverà il prossimo capitolo per ora si attende, ragazza. (Quando fa così posso farci poco, mi spiace, cara mortale)
     
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    Davvero molto bravo, complimenti ^_^. Continua così...
     
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  10. Bloody_Stars
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    CITAZIONE (~Sean @ 28/7/2013, 00:10) 
    Naaaaaaaaaah aspetterai, non c'è nulla di male, oggi pomeriggio arriverà il prossimo capitolo per ora si attende, ragazza. (Quando fa così posso farci poco, mi spiace, cara mortale)

    oggi pomeriggio? *guarda l'ora* ahhhhhhhhhhhhhhhh capito.....

    shady ç_ç fallo ragionare!! chiama in tuo aiuto pure lion!! ryan non ti bada pari...quindi tralasciamo
    (a lui non vado proprio a genio eh... peccato u.u)
    daiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii insistete!! l'unione fa la forza *^*
     
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  12. Bloody_Stars
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    SEEEEEEAAAAN!!!!! TUUUUU!!!! DAIIIII MI SONO SVEGLIATA "PRESTO" PER VEDERE E NON C E NULLA??? voglio ...sapere di....MEEEEEEEIII!!
     
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  13. Lionel Messi 10
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    Bravo sean , la serie mi incomincia ad appassionare ... continua cosi! ;)
     
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    Ecco a voi il 3° Capitolo, anche se le cose si faranno parecchio più intriganti tra un po' di capitoli, gustatevi lo stesso questa calma

    Capitolo 3
    I miei poteri
    Ho mangiato velocemente dopo essermi vestito, sono stato a studiare, dopodiché, alle quattro meno dieci mi sono avviato. Sono arrivato in centro città alle 4 precise e Mei è arrivata alcuni minuti dopo. Siamo andati a prendere un gelato e poi alla solita casupola costruita in cima ad un tetto di quelli a terrazzo. Ci siamo seduti una panca e abbiamo guardato il tramonto mangiando il gelato. Quando il gelato è finito Mei è entrata nella casupola facendomi segno di seguirla. Io l’ho seguita e lei si è seduta con un libro in mano. Mi fa un cenno ed io mi siedo.
    -Ho fatto altre ricerche. Mi dice guardando il libro.
    -Cos’hai scoperto? Le chiedo incuriosito.
    -Solo un’antica leggenda…
    -Un’antica leggenda? Parlamene, anche se dubito possa aiutarci.
    Lei deglutisce prende un bel respiro e mi guarda.
    -Si dice che tempo addietro alcune persone fossero state scelte dai cosiddetti Astri dell’Universo, per sorvegliare i tempi. Purtroppo però, alcuni dei prescelti avevano un potere che non meritavano e lo sfruttarono per creare una propria dimensione. Si dice allora che gli altri Prescelti si fossero divisi in due persone diverse per sorvegliare entrambe le dimensione parallele, in quanto una cosa accaduta in una dimensione si riversa sull’altra. Si dice anche che le due dimensioni, essendo connesse, si tocchino, ciò apre un portale che permette di passare nell’altra dimensione. Inoltre, si dice, che se i due si tocchino siano in grado di riportare il Prescelto, possono poi anche tornare ai loro corpi.
    -Sarà solo una leggenda.
    -Si ma…
    Il viso di Mei divenne malinconico e triste. I suoi genitori, quelli che l’avevano adottata, erano stati perché l’avevano protetta, in quanto volevano rapirla e poi era stata salvata in tempo dalla polizia. Si era sempre sentita responsabile di ciò, anche se non era colpa sua. Lei era come me, ma lei aveva accettato quel potere e lo usava, ma io no, non ero come lei, rinnegavo quel potere, in quanto non lo conoscevo e potevo cavarmela con le mie sole forze. Le strinsi una mano e la guardai.
    -Io manterrò la promessa, non preoccuparti.
    Lei mi abbracciò, mentre piangeva, appoggiandomi la testa sulla spalla. Io la strinsi. Lei si pulì le lacrime, guardandomi in viso.
    -Dici che ci potrebbe essere una speranza? Mi domandò lei incerta con la voce tremante.
    -Se c’è la troveremo. Le sorrisi, una cosa che non facevo spesso, almeno non in sua presenza. Lei rispose al mio sorriso con un sorriso. Il sole era calato, scendemmo e ci dirigemmo a casa sua, la volevo accompagnare dato che era tardi. Come al solito incominciò a piovere. Quel giorno faceva caldo e non avevo portato né una felpa da darle né l’ombrello. Pioveva a dirotto e lei era di fianco a me sotto la pioggia. Mi fermai e lei si fermò guardandomi. La mia maglia non era ancora zuppa così me la tolsi rimanendo a torso nudo e gliela diedi per usarla per proteggersi dalla pioggia. Dovetti pregarla e alla fine si convinse. Ad usare la mia maglia come ombrello. Eravamo quasi arrivai a casa sua, dovevamo svoltare l’angolo, improvvisamente sentì alcune persone, quattro. Due dietro l’angolo altri due dietro di me. Due di loro avevano una pistola. Mei era distratta, non se n’era accorta. La spinsi e la feci finire con il muro, mentre nel braccio mi si infilò un colpo. Sentì il dolore, un dolore insopportabile, ma non potevo permettermi che prendesse il sopravvento, se mi fossi fatto prendere dal dolore, quei tipi ci avrebbero ammazzati. Non sapevo cosa fare, se mi fossi mosso avrei lasciato Mei in pericolo. Presi velocemente una decisione. Scattai vicino al muro e mi lanciai verso i miei avversari gli scontri a distanza non erano il mio forte, ma dovevo mettere fuori uso i tipi con le pistole. Sentì il sangue scorrermi lungo il braccio e mischiarsi con la pioggia, pioggia che mi scorreva lungo il petto e creava dei piccoli fiumi tra gli addominali e i pettorali. Scattai vicino a Mei quando sentì il secondo colpo. E le misi le braccia intorno alla testa per proteggerla. Notai che il negozio aveva i vetri. Con un gomito ne spaccai uno, facendomi entrare tutto il vetro nel braccio e adagia Mei nel negozio. Un altro colpo partì. Mi lanciai all’indietro, cadendo coi piedi per terra e scivolando per poco. Tutti e quattro di fermarono per un attimo, ora dovevo riflettere velocemente sul da farsi. I due col coltello erano vicini, quelli con le pistole molto più lontani. Tentare un corpo a corpo sarebbe stato un suicidio così dovetti lanciarmi sui tipi col coltello. Uno voleva colpirmi dietro la schiena, all’altezza della spalla. Roteai su me stesso verso destra, schivando quel tipo. Stava per cadere. Lo tenni per li braccio destro, sferrai un potente calcio sotto il mento dell’altro tipo, mentre, per far scendere la gamba, la girai velocemente e la usai per colpire la testa del tipo che avevo bloccato. I due caddero atterra svenuti, feci appena in tempo a prendere il coltello di quel tipo. Ora mi rimanevano quelli con le pistole. Non tutto era andato secondo i piani dato che non dovevano svenire quei due. Ora avevo solo una possibilità e la pioggia mi aiutava. Quei due con la pistola si erano avvicinati l’un l’altro, lasciando un piccolo spazio tra di loro. Guardai il coltello e mossi la testa verso destra sorridendo, dicendo o la va o la spacca. Corsi per poco verso quei tipi, quando vidi che stavano per premere il grilletto, mi buttai per terra, di schiena, essendo in corsa, incominciai a scivolare. Quei due non riuscivano a colpirmi, erano andati nel panico e sparavano dov’ero e non dove sarei stato. Quando arrivai a poca distanza da quelli. Con il coltello colpì velocemente la gamba di quello a destra per farlo cadere col sangue che colava dalla ferita del coltello. Con la schiena mi alzai saltando, misi la mano destra per terra, finendo sotto sopra. Con la gamba sinistra gli colpì la pistola facendogliela volare per aria, dopodiché abbassai di poco le gambe, colpendo stavolta con la gamba destra le gambe di quel tipo. Quel tipo cadde a terra e io alzai le gambe al cielo e gli feci cadere la gambe sinistra nello stomaco. Ora mi rialzai e guardai l’altro tipo per terra dolorante. Lanciai la pistola più in là con un calcio e mi diressi verso Mei. Il braccio sanguinava copiosamente, la schiena era completamente graffiata per la scivolata. Porsi un braccio a Mei, lei si alzo, improvvisamente si sentì il rumore di un colpo. Mei mi guardò e vide del sangue colarmi dalla pancia. Le stavo sorridendo, improvvisamente caddi davanti a lei. Lei iniziò a piangere quel la guardò, la guardò e sparò un altro. Venne colpita alla spalla, incominciò a sanguinare. Quel tipo caricò la pistola e mirò. Abbassò la pistola prese la ragazza e andò via.
    -Fermo! Urlai io. Mi ero alzato, ma sanguinavo ancora. Ci voleva ben altro per uccidermi, anche se stavolta ero sempre più convinto che non ce l’avrei fatta.
    -Sean… Disse Mei tra le lacrime e il dolore.
    -Muori Bastardo! Mi urlò contro quel tipo. Mirò e sparò, mi mancò, la mano gli tremava aveva paura. Puntò la pistola alla tempia di Mei e partì un colpo. La canna fumante, l’uomo che cadeva a terra, il colpo nel muro, verso l’alto. Una piccola colonna di smeraldo che partiva dal muro e si fermava alla testa dell’uomo. Io con la testa abbassata e il braccio teso verso il muro, la mano contro quest’ultimo. Mei mi corse incontro e mi abbracciò piangendo.
    -Grazie, grazie hai usato i tuoi poteri. Mormorò Mei tra i singhiozzi.
    Io la strinsi con il solo braccio decente che avevo.
    -Non preoccuparti, non è stato nulla. Le sussurrai io.
    Nonostante tutto non avevo usato i miei poteri per curarmi e svenni cadendo all’indietro. L’ultimo ricordo fu Mei, poi mi risvegliai in camera mia, l’addome fasciato, il braccio attaccato al collo e io sdraiato nel letto. Mei di fianco. La ragazza se ne andò, s’era fatto tardi. Ero in casa e Ryuk mi venne di fianco.
    -Sign… Cioè, Sean, l’hanno sparato domani non andrà a scuola. Ordinò imperiale Ryuk.
    -Oh scordatelo, io ci vado eccome. Risposi io. Ryuk non volle incominciare a controbattere dato che sapeva quanto ero testardo. Così se ne andò e mi lasciò dormire.
     
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  15. Bloody_Stars
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    braffo ora sono contenta :3

    ma sean (protagonista) fa karate? usa sempre i piedi .... o è solo una capacità che ha? o cheeee??

    e devo capire come funziano i poteri D:!!

    e....*clap clap* descrivi benissimo i combattimenti u.u
     
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36 replies since 26/7/2013, 21:09   331 views
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